DA GolBlog nasce PARATADIZOFF

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Il blog del calcio dal 2003

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domenica 27 febbraio 2011

Dodici finali, undici, dieci. Una sofferenza

E’ un capitombolo dietro l’altro.
L’immagine è quella che diede Susanna Agnelli in piena calciopoli: “La Juventus è una puttana alla quale si continua a volerle bene.”
Una frase tutta da decifrare proprio perché fu rilasciata nel giugno 2006. Una frase che si adatta oggi ai risultati di questa squadra, uscita malconcia dalle ultime due giornate di campionato.
La Juventus è rimasta come una puttana di quei bordelli, che s’aggiusta dopo un appuntamento importante e ritorna nello squallore di una vita difficile.
Dopo la festa Inter, il grigiore Lecce e Bologna. La Juve di una volta avrebbe fatto il contrario.
Sabato prossimo torneremo a parlare di un’altra serata amara, sotto i colpi di Ibra e Cassano.
E’ stato detto e ripetuto tante volte. Il pesce puzza dalla testa.
Andrea Agnelli ha riportato in chi scrive l’entusiasmo di un ritorno al passato. Un legame strettissimo col 2006, ma purtroppo i risultati sono diversi. Molto diversi con la certezza che la Juve non può passare da “under construction” di lungo periodo.
L’ambiente è distrutto. Del Neri mostra il lato amletico delle sue scelte. Ieri sera con Martinez e Iaquinta abbiamo regalato un tempo. Poi nei successivi 45 minuti, il tecnico di Aquileia ha consumato la confusione più atroce in una squadra psicolabile, inserendo tre punte, svuotando il centrocampo e lasciando l’allegria in difesa.
Le dichiarazioni del dopo partita fanno paura. Del Neri è in manifesta difficoltà, Marotta pensa al riscatto contro il Milan, che è tipico di una squadra provinciale e che vuole nascondere i problemi.
Quello con le idee chiare a dallo stile vecchia Juve? Felipe Melo: “Bisogna stare zitti e dimostrare di essere uomini”.
Un po’ di silenzio non guasta, compreso Anche Andrea e le 12 finali.
E’ proprio vero, facciamo silenzio!

domenica 20 febbraio 2011

Risposta: la Juve è provinciale



Si sperava in una risposta dopo il macht contro l’Inter, e risposta c’è stata. Contro un Lecce incompleto abbiamo perso.
Purtroppo non è stata la risposta che il tifo bianconero sperava di avere. La Juventus è una squadra molto immatura.
E’ inutile nascondersi dietro gli eventi di una gara. L’espulsione di Buffon è stata il logico sviluppo di una squadra scesa in Puglia senza piglio, priva di cattiveria, ancora sazia dopo la vittoria contro i nerazzurri. I grandi club si abbuffano solo dopo scudetti e coppe. Alle piccole è sufficiente battere una grande per trovare giovamento in una stagione. Il timore è quello che un po di Inter, abbia ingolfato lo stomaco juventino.
Calciopoli? Parliamone eccome! Perché è da calciopoli che madama ha abbandonato la stirpe nobile, trasformandosi in una provincialotta che merita l’attuale posizione di classifica.
Dai primi minuti di gioco allo stadio del Mare, si è avuta chiara l’idea di una squadra in forte sofferenza in difesa, ma anche di un centrocampo molto distratto.
Come tifosi rimane sempre viva la fiammella della speranza per raggiungere quel quarto posto che ci consentirebbe di tornare in Europa e fare conti di cassa diversi. Ma la realtà è molto diversa.
Penso che sia superfluo centrare le proprie critiche solo ed esclusivamente su aspetti tecnici o tattici, che comunque hanno un importanza decisiva. Una ricostruzione di senso compiuto, deve passare anche da un entourage che vive assieme a tecnico e calciatori, che sappia mantenere sempre l’asticella della motivazione molto alta.

giovedì 17 febbraio 2011

Che non sia un nuovo Tar



Attento Andrea, non possiamo rinunciare a calciopoli.
Lo strano movimento che sta nascendo in questo mese di febbraio, che il sito ju29ro ha brillantemente denominato "il partito di "scurdammocce o’ passato", raccoglie proseliti.
La lista d coloro che vogliono guardare avanti, lasciando alle spalle calciopoli e le sue ceneri, di giorno in giorno raccoglie nuovi ingressi. Agli Italo Cucci, Buffon, Massimo Mauro, Tardelli, della scorsa settimana, si sono aggiunti il ministro La Russa ed il giornalista sky Caressa. Vedremo nei prossimi giorni se l’allegra accozzaglia di personaggi s’infoltirà ulteriormente.
Nel frattempo suona veramente bizzarra la nascita di questo nuovo partito in questo momento. Si teme qualcosa?
Non c’è dubbio che il processo di Napoli, volgendo al termine, vede i capi d’imputazione più rilevanti sfumati, svaniti, sicuramente cancellati anche dalle pagine di quei media che li hanno cavalcati con decisione nel 2006.
Forse è giunta l’ora di costruire un ennesimo sentimento popolare?
In fin dei conti, benchè i tifosi bianconeri non siano numericamente una minoranza, lavorandoci bene e di gomito, non sarebbe difficile immolarli nuovamente sull’altare principale del dio fatturato.
Un film già visto verso la fine del mese di agosto del 2006, quando era tutto pronto per presentare il ricorso al tar. Il mondo pallonaro italico ed il suo indotto, tremava al pensiero di un ricorso che avrebbe ulteriormente dilaniato mesi di sofferenza con sentenze e scudetti di cartone chirurgicamente cucite su maglie altrui. Fu allora che spuntò all’orizzonte da casa Fiat, la scellerata parola del suo presidente, Luca Cordero di Montezemolo, il quale ordinò il ritiro. Con i ringraziamenti di Blatter, tutti gli altri esultarono, la Juventus consumò il suo percorso "redente", trasformandosi in una vecchia signora molto simpatica. E con lei la Fiat!
Caro Andrea Agnelli, in questi mesi del tuo mandato presidenziale, sei tornato deciso su calciopoli, rivendicando il diritto alla verità. Quella maggioranza di tifosi bianconeri, seppur vacillanti su alcune operazioni di ricostruzione, hanno ritrovato quella dignità costruita nel secolo passato da tuo padre e da tuo zio, e rimangono in attesa di eventi che non possono passare né da rinunce, né tanto meno da inciuci istituzionali sotto banco.
Con calciopoli non è stato fatto il bene del calcio. Dimenticando calciopoli viene mortificato il nostro bene di juventini.
Non possiamo rinunciare a calciopoli. Non dobbiamo!

lunedì 14 febbraio 2011

Juve: la parola d'ordine è continuità

Ok bella vittoria, grazie anche a quella traversa finale di Eto'o. Un bel ritorno di fortuna che ci ha riportato indietro di due mesi al macht contro la Lazio.

Adesso però, per evitare di essere una provinciale, dobbiamo ottenere sei punti nelle prossime due gare contro Lecce e Bologna.

Se arriveranno queste due vittorie, allora potremmo riconsiderare il discorso di un posto in champions league.

La squadra ieri ha retto bene; ha avuto personalità e le sbavature in fase difensiva sono state molto ridotte. La linea difensiva è stata quasi perfetta, con i centrali che non hanno concesso spazi, anche perchè sostenuti dai centrocampisti.

Purtroppo nel secondo tempo le difficoltà sono aumentate, perchè di fatto si giocava con un giocatore in meno, considerato che Matri era virtulamente in infermeria.

Meno giustificati gli errori di Sissoko prima e Krasic all'ultimo minuto, quando non hanno portato la palla verso la bandierina del calcio d'angolo. In quel caso abbiamo veramente rischiato grosso.

Su tutti mi pace evidenziare il cross di Soerensen, il gol di Matri, il lavoro allo sfinimento di Toni, l'impeccabile Barzagli, un Aquilani in crescita, un Chiellini che può ancora migliorare sull'esterna di sinistra.

domenica 13 febbraio 2011

Calciopoli? parliamone



Chi è il burattinaio?
Come per calciopoli, ci deve essere qualcuno che muove i fili del teatrino e crea il partito del “basta calciopoli”.
La lista ancora è corta, ma ben rappresentativa di personaggi non di secondo piano.
Iniziò due settimane oro sono un decano del giornalismo italiano, Italo Cucci, a margine del botta e risposta tra un Andrea Agnelli, annoiato da Massimo Moratti, ed una immediata e dotta replica del patron nerazzurro che citò il Parini.
Nella settimana di Juve-Inter, dopo tre “sfarfallate” al Sant’Elia, scende in campo nel partito che vuole guardare solo avanti, il figlioccio di Cobolli Gigli, l’eterno sorridopoli Gianluigi Buffon. La boutade del portierone della nazionale, è durata il tempo della sua dimora in maglia azzurra, visto che venerdì, non si sa se per mutu proprio o per ingerenza superiore, ha corretto il tiro, comprendendo l’operato della società (quale?).
Sempre nella stessa settimana, si alza nell’etere anche la voce Sky di Massimino Mauro, di “Catanzzaro”, provincia di tre colli, un asino ed un bove di francescana memoria. Dice l’opinionista del nulla che non bisogna mai guardare al passato, ma solo al futuro. Infatti, la finisca di tediarci con i suoi lontani ricordi al fianco di Zico, Platini e Maradona!
Al momento in cui scrivo, l’ultimo arrivato in ordine di tempo nel partito del “basta calciopoli”, è Marco Tardelli, aiuto cittì dell’Irlanda al fianco del Trap. Anche l’ex centrocampista della Juve (ma anche dell’Inter), che con Platini invece faceva a botte nello spogliatoio, per il bene di calcio (ha detto proprio così), ha perso l’occasione di tacere, invitando anche lui ad andare avanti.
Ed è proprio nel nome dell’andare avanti, che una fetta considerevole del popolo juventino vuole conoscere la verità su quanto chirurgicamente accaduto ed esploso nella primavera del 2006.
Come in tante farse della storia italica, sarà molto difficile sovvertire con i medesimi effetti dirompenti e con pari soddisfazioni, quello che fu generato nel 2006 ai danni del pianeta bianconero, ma il tentativo di insabbiare mediaticamente una realtà, manifestamente diversa da quella rappresentata, costituisce la povertà dell’uomo più infimo.
Ed i soggetti entrati nel partito, ne sono gli indegni rappresentanti.

martedì 8 febbraio 2011

Buffon: calciopoli e farfalle



Ci sono calciatori italici che quando parlano si coprono la bocca con le mani. Non si sa se per nascondersi dalle telecamere, oppure perchè hanno ingurgitato quantitativi industriali di "peperonate di cozze".

Ci sono calciatori dall'evidente accento argentino che ripetono sempre le stesse cose.

Ci sono calciatori che non sorridono mai e calciatori che al posto del riporto degli anni 70, si radono col rasoio ogni giorno la pelata.

E ci sono calciatori che sfoggiano un eterno sorriso come una paresi facciale, sollevano pollici "americani" rassicuranti, salvo poi infilare tre uscite a vuoto nell'isola di Cellino.

Evidentemente Gianluigi Buffon, portiere della nazionale ed ex numero uno tra i pali dell'emisfero, prova a risalire le classifiche di altri emisferi sferici.
Qualche ora fa, parlando di Juventus, ha dichiarato che bisogna guardare avanti e che su calciopoli occorre farla finita.

Saranno stati gli anni della truppa cobollizzata dello smile-man di casa Elkann che lo hanno plasmato alla stregua di un becchino che tifa Juve e legge la gazzetta dello sport all'ombra di un cipresso, ma questa uscita ce la poteva proprio risparmiare.

Sarebbe auspicabile piuttosto, che il marito della Seredova, pensi meno ad inseguire farfalle sul prato verde finchè indossa la maglia bianconera, e ci risparmi indesiderate uscite mediatiche dal sapore di un "medico in famiglia".

Anche perchè, di sera, farfalle non ce ne sono!

sabato 5 febbraio 2011

A Cagliari illusioni di ripresa

Tre punti. Ottimo di questi tempi in cui abbiamo racimolato botte e ci siamo persino arrabbiati contro gli arbitri.
A Cagliari la Juve non è molto diversa dalle precedenti gare. Però ha trovato le reti di Matri (doppietta) ed un gol di testa da sedici metri del rientrante Toni.
Potrebbe essere l’illusione di una ripresa, ma gli orrori rimangono.
Scarsa gestione della palla. La palla brucia, soprattutto verso la fine del primo tempo e nella ripresa anche quando siamo tornati in vantaggio per 2 a 1.
Buffon è lontano parente del miglior portiere del mondo e la difesa non riesce a fare blocchi su azioni da palla ferma.
Inoltre c’è una caratteristica che unisce la Juventus di questa stagione: la palla rinviata fuori area è sempre preda degli avversari. In fase difensiva ci si schiaccia troppo all’interno della propria area e le punte rimangono molto distanti, lasciando enormi praterie a presidio degli avversari.
In termini di qualità, l’unico che ha sofferto tantissimo è stato il giovane Soerensen, tant’è che Cossu agiva proprio nel suo settore. Ma il ragazzo non ha colpe considerato che quella non è la sua posizione naturale.
Infine qualcuno abbia il coraggio di dire al capitano che i corner potrebbe anche non batterli lui. Anche perchè oggi Aquilani li ha calciati bene.
Non illudiamoci, il cammino per la conquista di un posto champions sarà molto difficile, soprattutto in questo mese.

giovedì 3 febbraio 2011

Juve interizzata

Non sarebbe dovuto accadere. Alla fine è successo.
A fine gara si sono presentati davanti alle telecamere ed hanno snocciolato le proprie lamentele sull’arbitro.
Come fanno in provincia, oppure come facevano in qualche club quando non vinceva. E’ quanto hanno fatto Marotta e Del Neri.
Inaccettabile.
L’indignazione arbitrale non ci può appartenere; non ci deve appartenere.
Anche sotto la gestione di Andrea Agnelli, continua l’andazzo di una Juve che fu e che ormai è del tutto svanita.
Qualcuno ha scelto il percorso peggiore per giustificare l’ennesima sconfitta. Prendersela contro l’arbitro di turno.
Diciamolo subito: dal 2006 ad oggi la tendenza dei direttori di gara quando arbitrano Madama è poco serena. Si sta verificando una situazione incresciosa in cui, l’arbitro sente il peso di una decisione importante quando questa è pro Juve. Ma ciò che noi tifosi non possiamo assolutamente accettare, non è l’indignazione mediatica verso i Morganti di turno, ma quella della presenza di un club che sappia far sentire le proprie ragioni fuori dalla gran cassa di giornali e televisioni. Non ce n’è bisogno.
I mezzi e le sedi sono altre. Innanzitutto andare a salutare l’arbitro a fine gara e gridargliene quattro. Poi agire dalla sede con chi di dovere. Nient’altro! Niente televisioni, niente taccuini da riempire con dichiarazioni scontate ed inopportune al termine di una sconfitta
.
Partita in pillole.
La fortuna del gol vittoria di Krasic all’ultimo secondo contro la Lazio si sta vendicando con interessi altissimi. Ma si sa, la dea bendata va "sfriculiata". Non è certamente colpa della fortuna se la Juve dorme sia sul gol di Miccoli, sia su quello di Migliaccio. Nel secondo anche Buffon ha fatto la sua parte.
Buona la reazione, ma Aquilani sembra lontano parente di quel ragazzo di grandi speranze che vidi in un pomeriggio d’autunno nel 2003 a Trieste contro il Messina. Sarà l’infortunio non recuperato, ma il suo rendimento è molto altalenante ed insufficiente. Il centrocampo sbanda in fase difensiva, lasciando sguarnita una difesa che sulle esterne è modesta, anche se ieri sera, sia Grygera che Grosso, hanno fatto la loro onesta apparizione (soprattutto il secondo).
L’esordio di Matri può preoccupare. Un calciatore da grande squadra non spreca la ghiotta occasione che gli è capitata sui piedi a tu per tu col portiere. La paura ha prevalso sulla rabbia genuina di metterla dentro. Speriamo che il ragazzo non senta il peso della maglia.
Anche perché, trattasi ultimamente, di una maglia molto alleggerita.