
Nel blog che porta il nome di Dino Zoff, mi sembra corretto dedicare un post a quei calciatori che sono stati fedelmente la sua ombra: il secondo portiere.
I volti di Massimo Piloni, Giancarlo Alessandrelli e Luciano Bodini erano famosi più per scorrere velocemente da una mano all’altra nel cambio di figurine “Panini” che per le loro apparizioni in campo.
A dirla proprio tutta avevano anche un’altra funzione tipica di quei tempi: erano gli addetti alle radioline. Erano coloro che comunicavano i risultati dagli altri campi, infondendo speranze e talvolta delusioni ai propri compagni di squadra.
Eppoi erano i più fedeli numeri 12 della storia pallonara.
Massimo Piloni era (ma grazie a Dio è ancora), un omaccione dalla corporatura massiccia, partito da Ancona per approdare alle giovanili della Juventus.
Erano ancora i tempi delle società satelliti e fedeli a Madama. Ancona, Forlì, Cremonese e Atalanta. Chi approdava alla Juve faceva spesso quel percorso, misto di esperienza e parole d’onore strette tra i presidenti di quelle squadre e Giampiero Boniperti. Gli affari erano sempre buoni per entrambi.
Dopo un anno a Caserta, Massimo tornò a Torino dove rimase per sei anni. Trovò Tancredi che gli rubò il posto di titolare per via di una frattura alla mano e rimase sempre a fare il secondo prima di Carmignani e poi del Dinone nazionale.
Tra i brutti ricordi la gara d’andata della finale di Coppa delle Fiere contro il Leeds, pareggiata in casa 2 a 2 ma con responsabilità su un gol degli inglesi.
Tra i bei ricordi, due paratone eccezionali nella stagione 71-72, che evitarono alla Juve il capitombolo a Mantova e permisero ai bianconeri di conquistare poi lo scudetto.
Due anni fa andò a fare il preparatore dei portieri in Scozia, dopo che fino al 2003 aveva allenato quelli del Catania.
Il suo hobby preferito? Pare che sia una buona forchetta.