DA GolBlog nasce PARATADIZOFF

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giovedì 31 marzo 2011

L'insostenibile leggerezza dell'essere ...juventino


Lo confesso, l’anno scorso di questi tempi, ho avuto un attimo di sussulto ed ho creduto che farsopoli potesse esplodere nel riconoscimento della giustizia, di quel fare luce su un evento molto strano creato nel 2006. L’aspetto sconvolgente era stato il disseppellire di telefonate che, in una farsa degna di rispetto che vede coinvolti sistemi bipartisan molto forti, non avrebbero dovuto più emergere. Chissà, forse c’è stata una falla di superficialità nel sistema della giustizia vincolata alla longa manus dei potenti, fatto sta, che sono state rivelate migliaia di intercettazioni che nelle indagini, il carabiniere Auricchio aveva ritenuto irrilevanti. L’onda d’urto di quello scossone ormai è passato, e l’impressione è quella che il sistema dei potenti abbia retto. Moggi, il mostro di turno, è tornato solo, assieme ad un manipolo di tifosi bianconeri che continua a seguire con passione, ciò che è stata una delle sciagure più tristi delle proprie esistenze e passioni. Oggi, il procuratore federale Palazzi, si rende disponibile a fare un interrogatorio a Massimuzzo Moratti a domicilio. Infatti sarà il capo della giustizia sportiva ad essere ospitato nei locali di Via Durini a Milano. Neanche si trattasse del presidente del Consiglio! Anzi, talvolta il premier si è pure "scomodato" per essere ospitato negli stantii locali dei giudici. Evidentemente il presidente dell’Internazionale gode di maggiore considerazione e…tutela. Così, dopo la dolce primavera dello scorso anno, in cui ciascun juventino ha ricominciato ad assaporare la piena dignità di tifare per una squadra che fino al 2006 vinceva sul campo ed era molto forte, si trova adesso ad accogliere una nuova primavera con una squadra ricostruita, ricca di progetti, ma molto lontana dall’unità di misura di una vera forza, e di un campionato, quello di calciopoli, che in tanti spingono per chiudere definitivamente con un nulla di fatto. Il peggio, cari juventini, è la sgradevole sensazione di essere stati lasciati orfani da chi regge le sorti della "vecchia signora". Il dubbio forte, che col passare del tempo diventa certezza, che l’imberbe John, Philippe, Jacob, ci abbia giocato un brutto scherzo!

lunedì 14 marzo 2011

Finale di coppafatevoi, Juve - Brescia



Dopo tre sconfitte consecutive, la Juventus conquista un punto prezioso a Cesena. A questo punto la salvezza è quasi matematica.
Al di la della facile ironia, risulta grottesco questo ricorso a proclami settimanali sulle finali, anche perché, da un mero punto di vista storico, le finali non sono proprio nelle caratteristiche del nostro dna.
Il pareggio contro il Cesena è stato giusto, con i romagnoli che hanno avuto ghiotte occasioni da rete nel corso della gara.
Al compitino di sufficienza svolto dal centrocampo bianconero, abbiamo potuto constatare una difesa debole, tagliata come il burro ed infilata più volte per vie centrali. L’aver giocato per quasi un’ora in inferiorità numerica, non ci ha certo aiutato a mantenere il doppio vantaggio acquisito, ma se l’espulsione di Motta è parsa eccessiva, quella precedente non sanzionata di Buffon era sacrosanta.
E’ veramente difficile parlare di calcio giocato per una Juve in netta crisi. Ma altrettanto inutile chiedere la testa del tecnico. Neppure Capello riuscirebbe ad ottenere qualcosa di più.
Tuttosport deve vendere copie di giornali e lo si nota dai propri titoli. Non potendo parlare della squadra, si occupa di Del Neri ed ogni giorno ci snocciola nomi di un mercato chiuso e senza soldi. La Juventus s’indigna contro il quotidiano di Torino, ma diretto da un’ex gazzettaro in piena calciopoli ed ecco uscir fuori una guerra tra poveri che sposta l’attenzione dai veri problemi: la società e con essa la proprietà.
Sono passati ormai cinque anni da calciopoli, ed i tasselli delle operazioni in casa madama, s’incastrano perfettamente tra di loro; la famiglia degli Eredi Agnelli & c., ha trattato molto male il giocattolo di famiglia. Se con l’investitura a presidente di Andrea Agnelli, si voleva recuperare un rapporto ormai insanabile tra tifosi e cugino John, l’operazione ha raggiunto il suo obbiettivo. Anche il sottoscritto ci ha creduto, illudendosi per un ritorno al passato in chi era nel 2006 a capo di quel glorioso squadrone.
Ma purtroppo si è trattato solo di una malinconica illusione.
Questa proprietà è attenta ad altri eventi. E’ stata complice di calciopoli col proprio immobilismo, con le proprie incomprensibili rinunce e persino con le scellerate richieste profferite in udienza per bocca dall’avvocato Zaccone.
Forse in corso Galfer pensavano di ricostruire in fretta quanto meno un ritorno verso l’alta classifica del mediocre campionato nostrano, per riuscire a far passare la farsa nel dimenticatoio, ma anche le strategie di mercato si sono rivelate deleterie.
E allora aspettiamo fiduciosi la prossima finale contro il Brescia, anche perché, su cinque partite, una si dovrebbe pure vincere.
Adesso sotto col Brescia!
 

mercoledì 9 marzo 2011

Accendi una stella, uccidi un’anima



Il 2006 è stato il vero spartiacque tra la Juventus dominatrice per poco più di cento anni, ed il sopravvenuto baratro conseguente a calciopoli.
Facce nuove, nuovi dirigenti, discendenti di una razza forte, non sono stati capaci di difendere un club glorioso.
Hanno sperato che il campo potesse restituire nel termine di un quinquennio, quella squadra dominatrice sia in Italia che in Europa. Invece, hanno tutti sbagliato.
La realtà si è rivelata completamente diversa. Lontano dalla stanza dei bottoni la Juve ha perso terreno in diversi campi.
In Federazione hanno riso di noi e delle lettere della coppia Cobolli Gigli – Blanc. Si muovono con cautela anche per l’esposto. Sul mercato abbiamo perso quei contatti che consentivano alla squadra di contare su rinforzi sicuri, piuttosto che su ripieghi sciagurati.
Nel frattempo la vecchia guardia, quella che accettò di scendere in serie B, ha fatto i conti con la propria carta d’identità, con gli acciacchi di una vecchiaia sportiva che non perdona anche se continui ad avere un fisico integro e da vero atleta.
La Juventus è stata uccisa due volte. Sul campo ed a tavolino.
Se a Luciano Moggi hanno ucciso l’anima quel 14 maggio 2006, a noi tifosi bianconeri hanno violentato la storia, hanno deriso la nostra appartenenza, hanno reso grigie le nostre giornate di appassionati.
Non c’è luce. Il buio tunnel appare anche lungo e minaccioso, con una ricostruzione tecnica troppo costosa per essere vera e breve, ed un processo di Napoli che rischia di incagliarsi definitivamente tra le maglie di una giustizia che riesce a premiare spesso i furbi.
Se i PM Narducci e Capuano dovessero farcela a far ricusare l’intero collegio della nona sezione del tribunale di Napoli con la giudice Casoria in testa, anche questa speranza di riabilitazione verrà mortificata, soprattutto se la Juventus continuerà ad avere un atteggiamento prudente in sede sportiva.
Allora forse, sarà il caso di riporre le bandiere, disdire Sky, mediaset o chi vi pare, perché oltre all’anima, avranno ucciso anche la passione.