Dopo tre sconfitte consecutive, la Juventus conquista un punto prezioso a Cesena. A questo punto la salvezza è quasi matematica.
Al di la della facile ironia, risulta grottesco questo ricorso a proclami settimanali sulle finali, anche perché, da un mero punto di vista storico, le finali non sono proprio nelle caratteristiche del nostro dna.
Il pareggio contro il Cesena è stato giusto, con i romagnoli che hanno avuto ghiotte occasioni da rete nel corso della gara.
Al compitino di sufficienza svolto dal centrocampo bianconero, abbiamo potuto constatare una difesa debole, tagliata come il burro ed infilata più volte per vie centrali. L’aver giocato per quasi un’ora in inferiorità numerica, non ci ha certo aiutato a mantenere il doppio vantaggio acquisito, ma se l’espulsione di Motta è parsa eccessiva, quella precedente non sanzionata di Buffon era sacrosanta.
E’ veramente difficile parlare di calcio giocato per una Juve in netta crisi. Ma altrettanto inutile chiedere la testa del tecnico. Neppure Capello riuscirebbe ad ottenere qualcosa di più.
Tuttosport deve vendere copie di giornali e lo si nota dai propri titoli. Non potendo parlare della squadra, si occupa di Del Neri ed ogni giorno ci snocciola nomi di un mercato chiuso e senza soldi. La Juventus s’indigna contro il quotidiano di Torino, ma diretto da un’ex gazzettaro in piena calciopoli ed ecco uscir fuori una guerra tra poveri che sposta l’attenzione dai veri problemi: la società e con essa la proprietà.
Sono passati ormai cinque anni da calciopoli, ed i tasselli delle operazioni in casa madama, s’incastrano perfettamente tra di loro; la famiglia degli Eredi Agnelli & c., ha trattato molto male il giocattolo di famiglia. Se con l’investitura a presidente di Andrea Agnelli, si voleva recuperare un rapporto ormai insanabile tra tifosi e cugino John, l’operazione ha raggiunto il suo obbiettivo. Anche il sottoscritto ci ha creduto, illudendosi per un ritorno al passato in chi era nel 2006 a capo di quel glorioso squadrone.
Ma purtroppo si è trattato solo di una malinconica illusione.
Questa proprietà è attenta ad altri eventi. E’ stata complice di calciopoli col proprio immobilismo, con le proprie incomprensibili rinunce e persino con le scellerate richieste profferite in udienza per bocca dall’avvocato Zaccone.
Forse in corso Galfer pensavano di ricostruire in fretta quanto meno un ritorno verso l’alta classifica del mediocre campionato nostrano, per riuscire a far passare la farsa nel dimenticatoio, ma anche le strategie di mercato si sono rivelate deleterie.
E allora aspettiamo fiduciosi la prossima finale contro il Brescia, anche perché, su cinque partite, una si dovrebbe pure vincere.
Adesso sotto col Brescia!
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