DA GolBlog nasce PARATADIZOFF

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Il blog del calcio dal 2003

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giovedì 25 febbraio 2010

La notte dei rigori di Zoff



Se c’era un luogo comune che non sopportavo era quando la Juve subiva un rigore, oppure raggiungeva l’epilogo della lotteria degli undici metri per la qualificazione.
La Juve di Zoff.
Il luogo comune che super Dinone non ne parasse uno di rigore.
Ma la notte delle idi di marzo del 1978, il portierone di Mariano del Friuli, decise che era arrivato il momento di dare un calcio a quella facile previsione. Ne parò due ed un altro, seppur spiazzato, uscì fuori.
Era un’altra Juventus – Ajax, molto lontana da quella disputata questa sera di fine febbraio 2010, nonostante il luogo era decisamente identico, anche se da comunale si è nel frattempo ribattezzato in un più aulico olimpico.
Quella era un quarto di finale di coppa dei campioni che all’epoca se la giocavano solo i campioni, e non le seconde, terze e quarte come oggi.
Ricordo il brivido intenso di quella sera davanti alla televisione. Passai dal cappotto indossato dopo l’errore di Gentile, all’euforia eccitante delle parate del mio calciatore preferito.
Fu la notte dei rigori e l’eroe io, oltre al mio idolo Dino Zoff.
Com’è lontana quella notte; lontana di 32 anni e con due squadre che a parte il nome non gli è rimasta nemmeno la coppa dei campioni.

15 MARZO 1978 – Coppa dei Campioni – Stadio Comunale
Juventus – Ajax 1 – 1 (4 – 1 dopo i calci di rigore)

JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Cabrini, Gentile, Morini, Scirea, Causio, Tardelli (Spinosi dal 29’ 2t.), Fanna (Boninsegna dal 1’ 2ts), Benetti, Bettega. All. Trapattoni

AJAX: Schrijvers, Zuidema, Everse, Erkens, Van Dord, Krol, Arnesen, Schoenaker, Geels, Tahamata, Mayer (dal 27’ 2t LaLing) All. Ivic

Marcatori: 21’ pt Tardelli – 30’ st La Ling

Rigori: Gentile (J) Sbagliato, Geels (A) Parato, Benetti (J) Gol, Van Dord (A) Parato, Cabrini (J) Gol, La Ling (A) Sbagliato, Causio (J) Gol

martedì 23 febbraio 2010

Da Napoli a Bologna



Un vero tifoso, non organizzato, ha gli occhi da bambino.
Domenica ho visto la mia Juve a Bologna. Lasciamo perdere se ha giocato bene o male, restiamo alla magia dell’appuntamento.
Nonostante il trascorrere degli anni, quelle magliette a strisce bianconere sono una parte di storia emozionale della propria esistenza. Il semplice attimo di vederle sbucare dal tunnel, rappresentano un gradevole sussulto del proprio cuore. Aggiungerei nonostante gli Elkann e i Blanc.
Domenica quelle maglie mi hanno riportato indietro nel tempo, ringiovanito alla mia prima volta in bianconero.
Non ero piccino, ero prossimo alla maggiore età. Avevo trascorso la nottata in viaggio con altri due amici per andare a Napoli in treno. Quei classici espressi del profondo sud degli anni 80, col puzzo di fumo e di pelle dei sedili. Era il 29 gennaio 1984 e Madama faceva visita ai partenopei al San Paolo.
Era una Juve forte e spettacolare. Era la Juve che avrebbe conquistato il suo 21mo scudetto con 43 punti contro i 41 della Roma. Come no? Era l’anno del famoso “gol de Turone”.
Era la Juve del mio Michel Platini che ci portò in vantaggio, prima di essere recuperati nella ripresa da De Rosa. Ma soprattutto era la Juve dalle magliette bianconere che per il primo quarto d’ora mi mandarono in trance nell’indimenticabile mia prima volta con la Juventus, dopo che per tanti anni l’avevo vista solo per televisione.
Per la cronaca quella gara al San Paolo terminò 1 a 1, domenica di sole, ma un po’ freddina e col ritorno in treno abbracciato ad una giornata fantastica.
Domenica pomeriggio a Bologna, al momento dell’abbraccio con mio figlio per il gol vittoria di Candreva, c’era anche un pezzo di indimenticabile prima volta.

Marcatori Platini (J) al 28' pt; De Rosa (N) al 29' st

NAPOLI: Castellini, Bruscolotti, Frappampina, Masi, Ferrario, Dal Fiume, Caffarelli, Casale (dal 16’ 2t Palanca), Pellegrini (dal 1’ 2t. De Rosa), Dirceu, Celestini.
Panchina: Assante, Boldini, Della Pietra. All. P. Santin

JUVENTUS: Bodini, Gentile, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Penzo, Tardelli, P. Rossi (dal 33’ 2t. Vignola), Platini, Boniek.
Panchina: Tacconi, Caricola, Furino, Prandelli. All. Trapattoni

Arbitro: Bergamo di Livorno
Ammoniti: Bonini, Gentile, Scirea

domenica 14 febbraio 2010

Record Juve: tre punti in casa dopo 2 mesi



Juve ancora con legacci troppo forti di una crisi che è lenta ad allontanarsi.
La notizia più importante? La reazione alla papera di Buffon.
E' vero, l'arbitro Mazzoleni non è lucido nella concessione del calcio di rigore che, anche se col contatto, avviene fuori area.
Se Del Piero si concede la doppietta nel giorno delle 445 presenze in bianconero, la rete di Amauri con stacco imperioso, somiglia ad un timido risveglio dal letargo in cui la vecchia signora è caduta da due mesi.
La caccia al quarto posto è ricominciata, ma speriamo anche, che un eventuale conquista della quarta piazza, non faccia dimenticare agli Elkann il completo fallimento del progetto sportivo.

Calcio sostenibile



Questa mattina Sua Trinità di Chambery monsieur Blanc, ha parlato della Juventus.
Ancora non immaginava la vittoria dei bianconeri sul Genoa: ci sperava.
In tutti i modi, quasi scusandosi di parlare della Juve dal punto di vista del "progetto" visti i risultati sportivi, ha però sottolineato come la Juventus è in perfetta linea dettata dall'Uefa di Platini col calcio sostenibile.
Contento lui, anch'io gli offrirei il mio calcio e sono certo che glielo renderei sostenibile...in fondo alla schiena!

venerdì 12 febbraio 2010

Tutta...coppa del Milan



Per amore si soffre, per la Juve ho pianto.
Tutta colpa del Milan che battè i miei bianconeri quella sera del primo di luglio del 1973 nella finale disputata a Roma per la coppa Italia.
Mentre i rossoneri alzavano la coppa al cielo, io distrutto osservavo con l’odio dello sconfitto.
Che dolore vedere le auto che strombazzavano sotto casa mia con bandiere di un colore diabolico. Erano le stesse auto che avevano tappezzato la città di manifesti funerari per la sconfitta in coppa campioni contro l'Ajax, anche se a giugno ero stato io a mettere la bandiera bianconera sul balcone di casa per il quindicesimo scudetto.
Fu sul balcone di casa immerso tra i clacson assordanti che scoppiai in un pianto ininterrotto. Neppure mio padre, fervido antijuventino, uno di quelli che ripeteva in ogni partita, intanto adesso gli danno un rigore, riuscì a consolarmi.

Roma, domenica 01 luglio 1973
Stadio Olimpico

MILAN-JUVENTUS 5-2 (d.c.r.)
Reti: 15' Bettega, 50' rig. Benetti II

MILAN: Vecchi, Anquilletti (93' Casone), Zignoli, Dolci, Schnellinger, Rosato I (76' Magherini), Sabadini, Benetti II, Bigon I, Biasiolo I, Chiarugi - All.: C. Maldini - DT: Rocco


JUVENTUS: Zoff, Spinosi, Marchetti, Cuccureddu, Longobucco (64' Furino), Salvadore I, Causio, Haller (98' Savoldi I), Anastasi, Capello, Bettega - All.: Vycpalek
Arbitro: Angonese

Sequenza dei rigori: Schnellinger-rete, Causio-rete, Benetti II-rete, Anastasi-parato, Chiarugi-rete, Bettega-parato, Biasiolo I-rete, Spinosi-fuori, Magherini-rete, Cuccureddu-rete

martedì 9 febbraio 2010

Mo ti spacco o provolone



E' il giorno di Auricchio nel processo su calciopoli a Napoli.
Promosso di grado subito dopo calciopoli, restiamo curiosi ed in attesa della sua versione sui fatti.

lunedì 8 febbraio 2010

Montali: La tenacia della proprietà è fondamentale



"La Sensi ha saputo fare scelte coraggiose: Ranieri, Montali, Toni, decisioni prese in momenti di difficoltà, quando in molti avrebbero tremato. La tenacia della proprietà è fondamentale".
Sono le parole di Gian Paolo Montali, consigliere di amministrazione della Juventus f.c. fino ad ottobre 2009, entrato subito dopo a busta paga nella Roma di Rossella Sensi come consulente.
A leggerle bene, hanno il sapore di qualche frecciatina bianconera.

L'illusione



«La Juve? Si sono illusi per qualche partita iniziale andata bene, poi invece i risultati sono venuti meno e poi il rendimento di molti giocatori è calato». Dino Zoff ha commentato a Sky Sport 24 il momento che sta vivendo la Juve, che anche dopo l'esonero di Ferrara e la sostituzione con Zaccheroni non riesce ancora a ritrovare la vittoria. Anche il nome di Zoff era stato accostato a quello della Juve. «Ufficialmente non ho sentito nessuno, c'era solo qualche voce per vie traverse. Sarei andato? Ci avrei pensato, ma non tanto».

Alain Elkann: Juve, non si può sempre vincere!



Ieri pomeriggio da Simona Ventura c’era ospite Alain Elkann, papà di John e Lapo, per promuovere l’ultima sua fatica letteraria “Nonna Carla”.
La Ventura lo ha fatto parlare anche di Juve.
L’ex marito di Margherita Agnelli si è prodotto in amenità a ripetizione.
Ha detto che lui da piccino mangiava Sivori e Charles, ha espresso il suo ottimismo per il futuro della vecchia signora, è cosciente del fatto che la Juventus è nel cuore di tanti tifosi e persino si è lasciato sfuggire un rimprovero per i milioni di bianconeri sparsi in Italia, affermando che “non è che uno può vincere sempre”.
In sottofondo si è persino sentita la Ventura con un rimarchevole “esatto!”.
Lasciamo perdere quello che lo scrittore mangiava da piccino, sorvoliamo pure su affermazioni incontrovertibili circa i numerosi tifosi di Madama, ma quando afferma che uno non può vincere sempre…bhè, li girano veramente i coglioni! Cioè gira uno come lui!
Fora dalle balle!

domenica 7 febbraio 2010

John e Jean-Claude, amore a Marrakesch



Nel 2004 a Marrakesch, in Marocco, John Elkann conobbe Jean Claude Blanc da Chambery e gli disse di tenersi pronto perché ci sarebbe stato un futuro per lui nella Juventus.
Di strada il boia di Chambery ne ha fatta.
Abbandonate palle e racchette al Roland Garros di Parigi, il francesino è approdato alla corte di Madame nel momento più brutto della storia bianconera.
Ha preso la squadra in serie B e in un solo anno l’ha riportata in serie A. Poi solo cenere e carbone.
Ma la domanda è: perché John Elkann nel 2004 promette ad un dirigente sportivo il posto all’interno dei quadri dirigenziali della Juventus, di qualcosa che non era di sua competenza?
All’epoca la Juventus era governata dal ramo della famiglia Agnelli discendenti del dottor Umberto, e nulla lasciava immaginare all’orizzonte un cambio della guardia.
I patti tra i due fratelli erano stati chiari: Umberto fuori da Piazza affari per il niet di Enrico Cuccia, ma la Juventus era tutta sua.
Non solo, ma anche la cronologia desta più di un sospetto. Il dottor Umberto muore nel maggio del 2004. Il 31 dicembre a Marrakesch l’imberbe Gionnino promette al Sua futura Trinità le poltrone della Vecchia Signora.
Nel mezzo il dubbio di una bella trama che nulla ha che vedere col calcio, e tutto ha che vedere con litigi ereditari.

giovedì 4 febbraio 2010

Restituitemi la mia dignità



Questo blog nasce sulle ceneri di una Juventus perdente, guidata da persone incapaci e da una proprietà, la cui discendenza non ha passione per il football.
Dall'estate delle farse dei processi e del ricorso al tar mancato, c'è stata solo la risalita in serie A.
Il tifoso Juventino non può più attendere.
Dopo messer Cobolli Gigli, presidente simpatico solo agli avversari, adesso tocca sorbirci un francesino che non ama neppure il rugby.
In tutto questo, rimane un grosso dubbio: chi è stato il killer della Juventus campione d'Italia per la ventinovesima volta?
Dopo quattro anni, tanti indizi conducono a Torino.